Superbonus e irregolarità edilizie: occhio alle tolleranze costruttive
Una recente sentenza del Consiglio di Stato chiarisce che le tolleranze costruttive sono rigide e non possono essere riferite all’intero edificio. La pronuncia aiuta a comprendere quali conseguenze possono ipotizzarsi in relazione ai lavori di Superbonus
Le tolleranze sono “strette”
La vicenda trattata a fine marzo dal Consiglio di Stato riguarda un ordine di demolizione emesso dal Comune dopo aver rilevato alcune irregolarità edilizie. Il proprietario dell’immobile ha contestato tale ordine dinnanzi al Tar, asserendo che l’entità delle difformità era talmente lieve da ricadere sotto l’ombrello delle tolleranze costruttive garantite dalla legge. Il Tar, una volta incaricati i periti per i rilievi tecnici sul posto, rigettava l’opposizione, riscontrando invece degli scostamenti superiori a quelli consentiti.
Di conseguenza, il proprietario impugna la sentenza del Tar innanzi al Consiglio di Stato, affermando, in sintesi, che la decisione si era basata su un calcolo delle tolleranze condotto in maniera errata. Nel dettaglio, infatti, sebbene i singoli appartamenti presenti nell’edificio di sua proprietà risultassero difformi dai titoli edilizi in misura effettivamente superiore al 2% consentito, lo scostamento non supera tale soglia se lo si considera in relazione all’intera superficie dell’edificio.
Sul tema, tuttavia, il Consiglio di Stato ha scelto di dare ragione alla modalità di calcolo adottata dal Tar, rigettando l’impugnazione del proprietario. Infatti, come spiega l’organo nella sentenza n. 2952/2024, la norma contenuta all’art. 34-bis del TUE che fissa le tolleranze costruttive “deve essere intesa nel senso che la tolleranza di cantiere rilevante per escludere l'abusività dell'intervento va posta in relazione con la porzione di immobile cui esso accede, e non con la superficie dell'intero palazzo, come si evince dal dato letterale che fa appunto riferimento alle singole unità abitative”.
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