Superbonus e spalmacrediti, intervengono i professionisti: basta cambiare le regole del gioco

La presa di posizione congiunta di ingegneri, architetti e commercialisti: in questo modo si causano solo disastri per famiglie e imprese

di Redazione tecnica - 18/05/2024

Un fulmine a ciel sereno, un cambio di regole che toglie qualunque certezza a imprenditori e cittadini in un mercato complesso come quello italiano.

Viene definito così, in un comunicato congiunto di ADC - Associazione Dottori Commercialisti, Asso ingegneri e Architetti, Inarsind - Associazione di intesa sindacale degli architetti e ingegneri e Associazione Nazionale Tecnici Liberi Professionisti, il nuovo obbligo introdotto dall’emendamento del Governo sul Decreto Superbonus (D.L.n. 39/2024) che dispone la ripartizione dei crediti derivanti da interventi Superbonus in 10 anni e non più in 4-5 (c.d. "spalmacrediti") come previsto fino ad adesso.

Decreto Superbonus e spalmacrediti: l'allarme dei professionisti

“Per cittadini e imprenditori, la certezza delle regole non è un optional, ma un’esigenza per far quadrare i conti e restare in piedi in un mercato complesso come quello italiano. Pertanto, è stato un fulmine a ciel sereno l’annuncio del Ministro dell’Economia e delle Finanze e il successivo emendamento presentato e in approvazione che rende obbligatoria per alcuni soggetti la ripartizione in 10 anni delle residue agevolazioni per le ristrutturazioni”.

Le associazioni evidenziano come sia impossibile non immaginare che una disposizione normativa di tale portata porterà le imprese italiane a dover fare i conti non solo con problemi di carattere finanziario ma anche di sostenibilità aziendale.

Il D.L. n. 39/2024, che ha posto un termine per l’invio delle comunicazioni relative alle spese sostenute nell’anno d’imposta 2023 - sconto in fattura e cessione del credito - e le relative rettifiche, ha già messo a dura prova i contribuenti italiani e pensavamo si fosse compreso nell’acceso dibattito che è ancora in corso, come fosse necessario intervenire per non creare ulteriori aggravi ad un mercato altamente stressato. Sembra invece che l’iter parlamentare sia volto ad appesantire ancor di più il quadro normativo degli incentivi.

I professionisti evidenziano il possibile impatto delle nuove misure sul PIL Italiano e sulle famiglie e come saranno comunque necessari ulteriori e diversi incentivi per evitare che famiglie e imprese siano penalizzate, sino a rischiare una vera e propria disfatta.

Da qui l’appello finale “Ci troviamo oggi a scrivere unitamente, Commercialisti, Ingegneri ed Architetti, ovvero le professioni che più hanno assistito cittadini e imprese in questi incentivi e quindi coloro i quali hanno di più il polso della situazione, per chiedere subito una revisione del processo legislativo che porti a diverse conclusioni da quanto annunciato”.

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