Superbonus: lo stop rallenta la crescita economica
Le nuove previsioni macroeconomiche della UE parlano di rallentamento del PIL, trainato dal calo degli investimenti in edilizia
Nonostante i mal di pancia del Governo sulla questione Superbonus, sembrerebbe che lo stop alla misura non stia portando effetti positivi sull’economia del Paese, anzi. Le ultime previsioni macroeconomiche per l’Italia, appena pubblicate dalla Commissione Europea, lascerebbero presagire infatti tutto il contrario.
Stop Superbonus: rallenta il PIL
Sebbene il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti abbia recentemente dichiarato che, a causa del Superbonus “siamo nella situazione in cui chi ha mangiato si è alzato ma ha lasciato il conto da pagare”, evidenziando come lo Stato si ritrovi ancora a dovere pagare 80 dei 100 miliardi di costo maturati, lasciando margini molto risicati per la manovra economica, di diverso avviso l’Unione Europea.
Secondo la Commissione Economia e Finanze, si evidenzia un rallentamento della crescita economica dell’Italia già dallo scorso anno, “arrestando la ripresa post-pandemia che aveva portato la crescita al 7,0% nel 2021 e al 3,7% nel 2022”. Ed è così che dopo una ripresa nel primo trimestre del 2023, il PIL è diminuito dello 0,4% su base trimestrale nel secondo trimestre, trainato dal calo della domanda interna, in particolare degli investimenti nell’edilizia.
A questo andamento, continua la Commissione Economia e Finanze, ha contribuito proprio la graduale eliminazione degli incentivi straordinari e temporanei per le ristrutturazioni edilizie decisi durante la pandemia, che hanno spinto fortemente l’attività edilizia negli ultimi due anni. “Nel complesso, si prevede che il PIL cresca dello 0,9% nel 2023 e dello 0,8% nel 2024, pari a 0,3 punti percentuali, con revisione al ribasso ogni anno”, conclude la UE.
Le reazioni ai dati della UE
Non mancano commenti anche abbastanza critici a queste rilevazioni, come quelle del deputato M5S, on. Agostino Santillo. “Le previsioni ad interim della Commissione europea ci dicono che il calo della crescita economica in Italia, con un pil diminuito dello 0,4% su base trimestrale nel secondo trimestre, è frutto del calo della domanda interna dovuto, udite udite, al calo degli investimenti nell’edilizia. Un’edilizia che, in virtù dei bonus edilizi e del Superbonus - e che l’Europa aveva più volte lodato direttamente con la presidente von der Leyen e l’ex vicepresidente Timmermars - aveva porta il nostro Paese ad una crescita nel biennio 2021-22 quasi dell’11% e all’abbattimento del debito pubblico di 10 punti in due anni”.
Secondo Santillo sono quindi “scelte incomprensibili, ingiuste per i cittadini e per le imprese, antieconomiche per tutto il Paese” quelle fatte dal Governo Meloni, “che ha bruciato tutti i vantaggi accumulati proprio grazie alla ripresa dell’edilizia dovuta al meccanismo della cessione dei crediti e al Superbonus”.
Conclude Santillo: “Il mal di pancia - e anche di più - viene al nostro Paese per aver affossato questa misura e ancora più strano che il mal di pancia non venga, tanto per fare un esempio, all’amministrazione Biden che ha da poco lanciato un maxi piano da 400 miliardi di dollari fondato proprio sul meccanismo della cessione dei crediti. Chi nega gli effetti positivi del Superbonus o è un incompetente o è in malafede”.
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