Superbonus: gli strumenti nelle mani dell’impresa se il committente fa il furbo
I costi che fuoriescono dalla “copertura” della detrazione devono essere sopportati dal committente, ma la tutela dell’impresa rispetto a un suo inadempimento dipende dai contenuti del contratto d’appalto
Sono il titolare di una impresa edile che, in più occasioni, dal 2021 al 2023, ha gestito e realizzato vari interventi edilizi agevolabili con Superbonus. In alcuni casi abbiamo anche svolto funzione di General Contractor, operando sempre con la massima professionalità ed onestà, nonostante le note difficoltà derivanti dalla cessione del credito. Per nostra sfortuna, ci siamo imbattuti in un proprietario di un immobile meno onesto di noi che, dopo averci fatto fare tutto il lavoro ed aver beneficiato dello sconto in fattura per oltre 500.000 euro relativamente a una palazzina di sua proprietà, a lavori finiti si sta rifiutando di pagare una differenza a nostro favore pari a 80.000 euro per lavori non ricompresi nei bonus e per attività di progettazione.
Questa cosa non mi va giù e vorrei sapere se il professionista che su nostro incarico si è occupato delle asseverazioni può in qualche modo ritirarle o annullarle, così da far perdere l'intera agevolazione al disonesto committente.
L’Esperto risponde
Il discorso pubblico sul Superbonus si è spesso, e giustamente, concentrato e infiammato sul tema delle frodi e delle truffe. Si parla spesso, infatti, di imprese “furbette”, che falsificano dati o fingono la realizzazione di lavori, così da ottenere indebitamente risorse pubbliche per proprio guadagno, recando danni non solo alle casse dello Stato, ma anche ad eventuali committenti onesti, che seppur non conniventi con tali disegni criminosi, rischiano comunque di trovarsi incastrati nelle maglie di processi civili o tributari.
Si parla molto meno, invece, del caso opposto, ugualmente riprovevole e delicato. Anche il committente, infatti, può fare il furbo ed essere cioè animato dall’intenzione di lucrare sui meccanismi legati ai bonus fiscali, sulle spalle, magari, delle imprese che sopportano con professionalità il peso della gestione non solo del cantiere, ma anche delle pratiche fiscali ad esso connesse.
Sembra essere proprio questa la situazione in cui versa il gentile lettore, che si trova con 80.000 euro che “ballano” poiché il committente, una volta ricevute le opere e applicato lo sconto in fattura grazie al Superbonus, si rifiuta di versare i costi extra. La fattispecie descritta, però, non configura una frode, né una truffa, ma un semplice inadempimento rispetto agli obblighi contrattuali. Per capire come far valere le proprie ragioni, allora, risulta fondamentale leggere il contratto d’appalto, considerato che rivalersi sul committente con il “ricatto” prospettato nel quesito risulta particolarmente difficoltoso. Le asseverazioni tecniche, infatti, non possono essere ritirate.
IL NOTIZIOMETRO