Tutela della biodiversità e Direttiva Green: l'appello di INU al Governo
La nota dell'Istituto Nazionale di Urbanistica: "La mancanza di sostegno del Governo italiano non può essere condivisa dagli urbanisti e pianificatori territoriali"
Esprimono disappunto gli urbanisti e pianificatori territoriali sulla mancanza di sostegno da parte del Governo italiano alla proposta di Nature Restoration Law dell’Unione europea, norma a tutela della biodiversità e che l’esecutivo ha deciso di non sostenere, contribuendo al rinvio del voto previsto per lo scorso 25 marzo.
Nature Restoration Law: la biodiversità fondamentale per la transizione ecologica
Come ha sottolineato l'Istituto Nazionale di Urbanistica (INU), la pianificazione urbanistica e territoriale delle città, città metropolitane, province e regioni italiane è interamente impegnata nel processo di transizione ecologica e digitale, con l’obiettivo di territori intelligenti e sostenibili per contrastare i cambiamenti climatici e aumentare la competitività nell’economia globale.
Uno scenario in cui la legge può fornire una cornice normativa e strategica che indirizzi in maniera uniforme e coerente le iniziative ai diversi livelli di governo del territorio, evitando una frammentazione degli interventi. Come si legge nella nota dell’Istituto, “la legge consolida ed istituzionalizza pratiche e conoscenze sviluppate in maniera sperimentale che seguono il paradigma di lavorare in accordo con la natura, un approccio che affonda le sue radici in una lunga tradizione dell’urbanistica internazionale che si può far risalire a maestri quali Geddes e McHarg, ripresa nel nostro Paese da Salzano, Campos Venuti, Magnaghi e coltivata, nei nostri giorni, da una moltitudine di membri effettivi dell’INU”.
Proprio per questo, il recupero della naturalità, specialmente all’interno delle metropoli, delle conurbazioni e in generale nelle zone antropiche, è indispensabile per combattere l’inquinamento dell’aria, dell’acque e del suolo in maniera sostenibile, per mitigare i pericoli naturali secondo approcci consapevoli della complessità dei processi biotici, per consolidare la biodiversità funzionale non solamente alla diversità delle specie viventi ma anche per rendere l’ambiente di vita più sano combattendo, per esempio, le isole di calore e, più in generale, fornendo una vasta gamma di servizi ecosistemici.
“Se l’opposizione alla legge deriva dalla paura di una sua applicazione radicale e dogmatica, è necessario superare quest’ostacolo, con la consapevolezza che sarà proprio la pianificazione ad essere capace di fare un lavoro di adattamento alle condizioni locali ed a stabilire processi e percorsi per un attuazione progressiva nella complessità dei contesti reali cercando sempre di armonizzare gli interessi e trovare le soluzioni a somma positiva in grado di soddisfare tutti gli stakeholders coinvolti”.
Un sospetto in questa direzione, secondo INU, è alimentato dalla traduzione di restoration con il termine ripristino, “che ha tutt’altro significato di restauro, richiamando un mitico ed impossibile ritorno alle origini invece che una realistica valutazione di quanto è possibile recuperare concretamente nelle mutate condizioni ambientali e storiche”.
Da qui la volontà dell'Istituto nel continuare a chiedere ai suoi membri di lavorare per perfezionare teorie, tecniche e pratiche rivolte a restituire ai fiumi e corsi d’acqua il loro ambiente di suolo permeabile, flora e fauna; a ripopolare di boschi e foreste gli incolti periurbani; a depavimentare suoli impermeabilizzati; a promuovere il drenaggio urbano sostenibile; a progettare infrastrutture verdi e blu. “La maggiore conoscenza diffusa dei benefici di questa linea di lavoro e la possibilità di verificare con realizzazioni concrete sperimentali quali sono gli effetti pratici potranno essere il sostegno più efficace che potremo offrire all’avanzamento della legge”.
Direttiva Green: il ruolo dell'urbanistica sull'efficientamento energetico
Le perplessità si allargano poi alle scelte dell’esecutivo sulla Direttiva Green, con un’opposizione che per INU rischia di “rivelarsi scarsamente lungimirante. L’adeguamento del patrimonio immobiliare del nostro Paese, tra i meno performanti, è un obiettivo che va in ogni caso perseguito. Oltre che contribuire a mitigare il riscaldamento globale, incide sull'indipendenza energetica dell'Italia con tutti i benefici per il bilancio delle famiglie. L'urbanistica aiuta a ricavare il massimo rendimento dagli investimenti in comunità energetiche ed impianti energetici urbani”
Necessario quindi impegnarsi a rafforzare la voce delle forze favorevoli alla transizione: “l’INU è pronto a fare la sua parte".
Cos’è la Nature Restoration Law
La Nature Restoration Law fa parte del più ampio Green Deal europeo e prevede, entro il 2030, il ripristino del buono stato di salute di almeno il 20% degli habitat elencati nel testo, comprendendo tra gli altri foreste, fiumi, laghi, zone umide e coralli. A questo primo step si aggiungono i successivi, con un obiettivo intermedio del 60% entro il 2040 e quello finale del 90% entro il 2050.
La legge prevede anche dei parametri per la promozione della biodiversità negli ambienti agricoli e la promozione del ripristino delle torbiere, che costituiscono una soluzione ottimale per ridurre le emissioni nel settore agricolo.
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