Abusi edilizi, sanatoria e demolizione: interviene il Consiglio di Stato

La sentenza del Consiglio di Stato chiarisce la natura dell’ordine di demolizione e i suoi destinatari, ed entra nel merito delle variazioni essenziali e del cambio d’uso rilevante

di Redazione tecnica - 16/12/2024

Le motivazioni del Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso, fondando la propria decisione sui seguenti punti:

  • natura vincolata delle ordinanze di demolizione: il ripristino della legalità urbanistica è considerato un obbligo dell’amministrazione, indipendentemente dal tempo trascorso o dalla buona fede del proprietario;
  • conformità urbanistica: la mancata dimostrazione della “doppia conformità” delle opere (al momento della realizzazione e della domanda di sanatoria) ha impedito la regolarizzazione degli abusi;
  • vincolo paesaggistico: la presenza di vincoli stringenti ha escluso la possibilità di sanare le opere abusive, ritenute incompatibili con la tutela del territorio.

Gli orientamenti chiave della sentenza possono essere così riassunti:

  1. carattere reale delle sanzioni edilizie: le ordinanze di demolizione sono applicabili a chiunque si trovi nella posizione di rimuovere l’abuso, indipendentemente dalla responsabilità nella sua realizzazione;
  2. prevalenza della tutela pubblica: il ripristino della legalità urbanistica prevale sull’affidamento del privato, anche in presenza di errori amministrativi o ritardi nell’adozione delle misure sanzionatorie;
  3. vincolatività degli strumenti urbanistici: le deroghe alle norme urbanistiche e paesaggistiche sono strettamente limitate e non possono essere estese in assenza di espresse previsioni legislative.
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