Affidamenti diretti: è possibile utilizzare l’indagine di mercato?
Il Supporto Giuridico del MIT chiarisce se e come le indagini di mercato possano essere utilizzate per gli affidamenti diretti ai sensi del D.Lgs. n. 36/2023 (Codice Appalti)
L’affidamento diretto non è una gara
In riferimento al secondo blocco di domande, il MIT ha ricordato la delibera n. 424/2023 dell’ANAC che, richiamando la giurisprudenza prevalente (sentenza Consiglio di Stato n. 3287/2021), ha confermato che “la mera procedimentalizzazione dell’affidamento diretto, mediante l’acquisizione di una pluralità di preventivi e l’indicazione dei criteri per la selezione degli operatori non trasforma l’affidamento diretto in una procedura di gara”.
Dunque, il MIT ha confermato che il preventivo non è un’offerta formale e la relativa richiesta è finalizzata alla motivazione del successivo affidamento, in rapporto alla dimostrazione della sussistenza delle esperienze nonché della congruità del prezzo di quella che sarà poi l’offerta individuata. Ciò comporta che la stazione appaltante in maniera legittima può instaurare la procedura attraverso le modalità ritenute più opportune, seppur nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità e di quanto specificato all’art. 35 (Accesso agli atti e riservatezza) del D.lgs. 36/2023.
Sul punto il MIT ha richiamato la sentenza n. 542/2021 del TAR Veneto che ha ritenuto legittima la richiesta di preventivi in ottica di rafforzamento della concorrenza.
Documenti Allegati
Parere MIT 30 gennaio 2025, n. 3225IL NOTIZIOMETRO