Appalti digitali: il dossier Ance sulle novità dell’Ecosistema nazionale di e-procurement
Il dossier dell'Associazione spiega le novità introdotte con la digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti su piattaforme certificate, CIG, FVOE, pubblicità legale e obblighi di trasparenza
Piattaforme digitali: cosa sono e come funzionano
Ricorda ANCE che nell'Ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale, le Stazioni appaltanti e gli Enti concedenti operano esclusivamente su piattaforme di approvvigionamento digitale (PAD) "certificate" da AgID, Agenzia per l’Italia Digitale, che sono quindi specularmente utilizzate dagli operatori economici interessati all’affidamento ed esecuzione di contratti pubblici.
Le piattaforme certificate consentono all’Amministrazione la gestione “digitale” delle diverse fasi relative all’appalto o alla concessione, lo scambio di dati con la BDNCP, l’accesso al fascicolo di gara, al fascicolo virtuale dell’operatore economico (FVOE), la gestione del DGUE (documento di unico di gara europeo) e l'ottenimento del codice identificativo gara (CIG) ai sensi degli artt. 19, 23, co. 3, 24, e 25, comma 1, 27 e 28 del Codice appalti.
Inoltre, le piattaforme digitali permettono:
- l’accesso agli atti;
- il controllo tecnico, contabile e amministrativo dei contratti in fase di esecuzione;
- la tracciabilità delle attività durante il ciclo di vita dei contratti.
Di conseguenza, le Amministrazioni che non dispongono di una propria Piattaforma certificata devono utilizzare quelle fornite da enti terzi (stazioni appaltanti, enti concedenti, centrali di committenza, soggetti aggregatori, Regioni o Province Autonome) per tutte le fasi contrattuali (pianificazione, progettazione, pubblicazione, affidamento ed esecuzione. Le amministrazioni sono comunque libere di adottare diverse piattaforme per le varie fasi, anche perché ogni piattaforma può non essere certificata per tutte le fasi del ciclo di vita dei contratti.
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