Appalti pubblici e rischio infiltrazioni mafiose: le best practices promosse da ANCE
Le proposte di ANCE Palermo per applicare al meglio il d.Lgs. n. 36/2023, evitando possibili abusi sulla normativa da parte di imprese e stazioni appaltanti
Tre quarti dei lavori pubblici sotto i cinque milioni di euro sono affidati, in provincia di Palermo, senza gara pubblica e con procedure che potrebbero aumentare il rischio di corruzione e infiltrazioni mafiose.
Appalti pubblici, rischio corruzione e infiltrazioni mafiose: le best practices di ANCE
È questo il dato allarmante da cui è partito il presidente di Ance Palermo, Giuseppe Puccio, nel corso del convegno “Buone pratiche per l’efficienza nei lavori pubblici e contro il rischio di corruzione e infiltrazioni mafiose”, per esprimere tutta la preoccupazione degli addetti ai lavori nei confronti della discrezionalità nelle procedure di gara, negoziate con e senza pubblicazione del bando, e della liberalizzazione del subappalto, tutti elementi che renderebbero più facile il rischio di corruzione e di infiltrazioni mafiose.
Per porre rimedio a questa situazione e senza bisogno di modifiche legislative, Ance Palermo ha quindi proposto l’introduzione di buone pratiche nell’applicazione del Codice dei Contratti, utili anche a da una maggiore efficienza del sistema dei lavori pubblici.
I punti su cui si è soffermata ANCE riguardano:
- Offerta economicamente più vantaggiosa (OEPV)
- Appalto integrato
- Procedure di gara
- Esclusione automatica delle offerte anomale
- Scorporo manodopera
- Premio di accelerazione
- Subappalto
Si tratta di punti che, spiega ANCE, riguardano essenzialmente le gare che dovrebbero essere effettuate con bando pubblico al quale partecipa chi vuole, e non per inviti a poche imprese.
I costruttori suggeriscono, inoltre, di scegliere criteri privi di discrezionalità come quelli antiturbativa contenuti nel Codice e non criteri qualitativi inevitabilmente discrezionali o con l’affidamento del progetto esecutivo alla stessa impresa.
Inoltre sarebbe auspicabile riuscire ad individuare, anche con protocolli specifici tra parti sociali, Prefettura e enti appaltanti, criteri per limitare il ricorso al subappalto e al subappalto a cascata e inserire nei bandi di gara strumenti che incentivino il rispetto dei tempi previsti come il premio di incentivazione e la tutela del lavoro e della sicurezza nei cantieri, con lo scorporo della manodopera dal ribasso di gara.
Vediamo nel dettaglio le singole proposte sulle buone pratiche.
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