Appalti pubblici e rischio infiltrazioni mafiose: le best practices promosse da ANCE
Le proposte di ANCE Palermo per applicare al meglio il d.Lgs. n. 36/2023, evitando possibili abusi sulla normativa da parte di imprese e stazioni appaltanti
Procedure di gara
Secondo il nuovo Codice, tutte le procedure, aperte, ristrette e negoziate, possono essere indifferentemente utilizzate a scelta dell’Amministrazione aggiudicatrice.
Nonostante ciò si continua a dare la preferenza alle procedure negoziate e ristrette, tant’è che, per effetto combinato della normativa che estende le procedure negoziate sottosoglia, di quella sui settori speciali, ormai del tutto liberalizzati, e sui concessionari “senza gara”, come ha messo in evidenza l’ultima relazione dell’Anac, circa il 96% degli appalti rischia di essere sottratto al mercato ed essere affidato con procedure discrezionali e prive di trasparenza.
La motivazione, addotta dalle stazioni appaltanti è che la procedura negoziata senza pubblicazione di bando di gara sia più veloce, mentre la procedura aperta sia lunga e farraginosa.
ANCE non condivide e ricorda che ad esempio, la procedura aperta, infatti, può svolgersi con la cosiddetta “inversione procedimentale”, ovvero con il controllo della documentazione sui requisiti delle imprese che partecipano alla gara, effettuato successivamente all’aggiudicazione e solo in capo all’offerente che ha presentato la migliore offerta, riducendo drasticamente, in questo modo, i tempi di svolgimento della gara.
Se, poi, come spesso accade, in una procedura negoziata si fa precedere la selezione delle imprese da invitare da una manifestazione di interesse (procedura ristretta), i temp isono addirittura maggiori di quelli di una procedura aperta al minor prezzo.
Per quanto si possa ricorrere a criteri di rotazione regolamentati, liste imprese, regolamenti, etc. il rischio di discrezionalità nella scelta delle imprese da invitare in una procedura negoziata è sempre molto elevato, a maggior ragione quando non c’è neanche la pubblicazione di un bando di gara ed in queste circostanze il rischio di corruzione ed eventuali infiltrazioni mafiose è più elevato.
Per questo motivo, a partire dalla legge Merloni, il legislatore ha sempre cercato di individuare criteri non discrezionali per l’aggiudicazione delle opere.
Buona pratica è, pertanto, l’utilizzo della procedura aperta per l’affidamento di tutti i lavori sotto soglia comunitaria che si svolgono con il criterio del minor prezzo.
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