Cambio di destinazione d’uso: gli effetti del Salva Casa sulle procedure sanzionatorie in corso
Un’interessante sentenza del Consiglio di Stato entra nel merito della portata applicativa della Legge n. 105/2024 di conversione del D.L. n. 69/2024 (Salva Casa) sui procedimenti in corso
Il cambio di destinazione d’uso
Ne è prova, la citata sentenza n. 7486/2024 del Consiglio di Stato che riguarda un ricorso presentato per l’annullamento di una decisione di primo grado che aveva confermato un diniego di accertamento di conformità e un’ordinanza di ripristino.
Il caso riguarda un’istanza di accertamento di conformità presentata ai sensi dell’art. 36 del Testo Unico Edilizia (TUE) per il cambio di destinazione d’uso da deposito (categoria catastale C/2) a residenza (categoria catastale A/3) dei locali di una unità posta al piano rialzato.
Particolare non trascurabile: siamo in un Comune ricompreso nella zona rossa vesuviana, dove non è consentito il cambio di destinazione d’uso ai fini residenziali perché costituisce aumento del carico antropico.
La vicenda prosegue in secondo grado con l’accertamento da parte dei giudici dell’effettiva insistenza dell’immobile sulla zona rossa vesuviana. Accertamento che viene confermato e da cui ne consegue il corretto operato della P.A. oltre che dei giudici di primo grado.
Documenti Allegati
Sentenza Consiglio di Stato 9 settembre 2024, n. 7486IL NOTIZIOMETRO