Chiusura balcone: ci vuole il permesso di costruire
L'aumento volumetrico entro i limiti consentiti è un intervento di ristrutturazione edilizia. Il consiglio di Stato spiega quando e perché si può chiedere la sanatoria
Sanatoria chiusura balcone: quando è consentita
I proprietari hanno quindi presentato appello al Consiglio di Stato, contestando la decisione del TAR e sostenendo che la cabina armadio fosse un ampliamento consentito nell’ambito di una ristrutturazione edilizia.
In particolare, l’art. 10, comma 1, lett. c) del Testo Unico Edilizia prevede che le ristrutturazioni edilizie necessitino del permesso di costruire se comportano modifiche del volume e dei prospetti. Gli appellanti hanno quindi ribadito che l’intervento fosse conforme alla normativa e che avrebbe dovuto essere autorizzato, come dimostrato dalle relazioni tecniche allegate alla richiesta di sanatoria.
I giudici di Palazzo Spada hanno accolto l’appello, ritenendo che la questione ruoti attorno alla qualificazione dell’intervento come ristrutturazione edilizia o manutenzione straordinaria.
La giurisprudenza consolidata ritiene che la chiusura di balconi e l’aumento di volumetria rientrino nella ristrutturazione edilizia, purché siano rispettate alcune condizioni.
In particolare, il Consiglio di Stato ha evidenziato che:
- l’intervento ha comportato la creazione di un nuovo volume di 21,60 mc e ha inciso sul prospetto esterno dell’edificio, determinando una modifica architettonica rilevante;
- il TAR ha erroneamente interpretato l’art. 21 del d.P.R. 380/2001, che richiede un rapporto di stretta accessorietà tra l’ampliamento volumetrico e la ristrutturazione complessiva. L’intervento in questione soddisfa tali requisiti, rientrando nel limite del 10% della volumetria complessiva;
- secondo la giurisprudenza, la chiusura anche parziale di un balcone costituisce un’opera di ristrutturazione edilizia, per cui è necessario il permesso di costruire.
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