Concessioni balneari: una strada tracciata per scrivere il bando?

Ecco come regolare le gare per le concessioni balneari alla luce della normativa e degli interventi della giurisprudenza nazionale ed europea

di Elena Serra - 25/07/2024

La più recente giurisprudenza ritiene che le concessioni balneari scadute debbano essere oggetto di nuovo affidamento mediante procedura ad evidenza pubblica, senza possibilità di proroga. Ci si chiede, quindi, se gli enti concedenti abbiano gli elementi sufficienti per tracciare la disciplina delle gare da bandire.

Di recente, la Corte di Giustizia, nella sentenza dell’11 luglio 2024 relativa alla causa C-598/22, ha fornito indicazioni in merito all’indennizzo dovuto ai concessionari uscenti.

La giurisprudenza maggioritaria in tema di concessioni balneari

Le note sentenze dell’Adunanza plenaria n. 17/2021 e n. 18/2021, hanno ritenuto incompatibile con il diritto europeo [per contrasto sia con gli artt. 49 e 56 T.F.U.E. sia con l’art. 12 della direttiva 2006/123 CE, c.d. direttiva Bolkestein] la disciplina nazionale che prevedeva il prolungamento fino al 31 dicembre 2033 della durata delle concessioni demaniali marittime.

Per effetto di tali pronunce, il legislatore ha provveduto all’abrogazione espressa dell’art. 1, commi 682 e 683, L. 145/2018 e quindi alla soppressione della proroga automatica delle concessioni fino all’anno 2033.

Successivamente, il Consiglio di Stato ha affermato l’illegittimità anche dell’ultima proroga legislativa delle concessioni al 31 dicembre 2024, introdotta dalla Legge n. 14 del 2023.

Sul punto vedasi la sentenza del 1° marzo 2023, n. 2192, ove si legge che “sulla base di quanto affermato dall’Adunanza Plenaria, (…) anche la nuova norma contenuta nell’art. 10-quater, comma 3, del D.L. 29/12/2022, n. 198, conv. in L. 24/2/2023, n. 14, che prevede la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime in essere, si pone in frontale contrasto con la sopra richiamata disciplina di cui all’art. 12 della direttiva n. 2006/123/CE, e va, conseguentemente, disapplicata da qualunque organo dello Stato”. (In tal senso anche le sentenze del Consiglio di Stato n. 3940 del 30 aprile 2024 e n. 4480 del 20 maggio 2024).

La giurisprudenza maggioritaria ha sancito, quindi, inequivocabilmente, che le vigenti norme italiane che prevedono una proroga automatica delle concessioni demaniali vadano necessariamente disapplicate, non solo dai giudici, ma anche dai funzionari pubblici, che immediatamente devono bandire le procedure ad evidenza pubblica per riaffidare le concessioni demaniali scadute.

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