Condono edilizio 2025: cosa succede quando l’immobile è vincolato?

Un abuso commesso su un bene sottoposto a vincolo di inedificabilità non può essere condonato quando ricorrono, contemporaneamente, alcune condizioni. Vediamo quali sono

di Redazione tecnica - 10/02/2025

Il caso di specie

Il caso esaminato dal Consiglio di Stato riguarda un intervento edilizio, dove il proprietario aveva trasformato un ricovero agricolo in un immobile residenziale su più livelli, in difformità dal permesso di costruire rilasciato nel 2004.

L’area interessata risultava però sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi del D.lgs. n. 42/2004, e il Comune aveva quindi respinto l’istanza di sanatoria straordinaria presentata ai sensi dell’art. 32 della Legge n. 326/2003 (terzo condono edilizio).

Dopo il ricorso al TAR Campania, che aveva confermato il diniego di sanatoria, il proprietario ha impugnato la sentenza davanti al Consiglio di Stato, che ha ribadito l’impossibilità di regolarizzare l’intervento per la presenza delle tre condizioni sopra elencate.

Le conclusioni del Consiglio di Stato

Nel confermare il diniego di condono, il Consiglio di Stato ha sottolineato alcuni aspetti fondamentali:

  • l’immobile era soggetto a vincolo paesaggistico antecedente all’abuso, e in questi casi la normativa di condono esclude la possibilità di sanatoria;
  • l’intervento non rispettava gli strumenti urbanistici locali, quindi non poteva essere sanato neanche con una deroga;
  • non vi era prova certa dell’ultimazione dell’abuso nei termini di legge, un elemento essenziale per accedere al condono edilizio.

Di conseguenza, l’unica soluzione possibile è stata la demolizione del manufatto abusivo, con acquisizione dell’immobile al patrimonio comunale, come previsto dalla normativa vigente.

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