Contratti collettivi nazionali del lavoro (CCNL): cosa cambia con il correttivo al Codice dei contratti?

Con una modifica all’art. 11 e l’inserimento del nuovo Allegato I.01 cambiano le disposizioni presenti nel Codice dei contratti relative all’applicazione dei contratti collettivi nazionali del lavoro

di Gianluca Oreto - 23/10/2024

Benché, come sempre ho sostenuto, siano apprezzabili i lavori preparatori che hanno condotto alla redazione del nuovo Codice dei contratti, lo stesso sconta almeno 2 peccati originali. Il primo è relativo al poco tempo dato a disposizione del Consiglio di Stato per preparare lo schema di Decreto Legislativo (comprensivo di allegati) che è poi confluito nel D.Lgs. n. 36/2023. Il secondo riguarda il fatto che il nuovo Codice dei contratti è diretta derivazione del quadro normativo composto dal D.Lgs. n. 50/2016 ed i suoi innumerevoli provvedimenti attuativi (alcuni dei quali mai pubblicati).

La riforma della riforma del Codice dei contratti

Proprio per queste due motivazioni, il D.Lgs. n. 36/2023 più che riformare il quadro normativo sui contratti pubblici, l’ha “riorganizzato” ed allineato ad alcuni principi pacifici della giurisprudenza ed eurocomunitari.

Fatta questa dovuta premessa, sin dai primi mesi dopo la sua efficacia, era chiaro a tutti che al Codice dei contratti sarebbe servito un restyling complessivo ed è per questo motivo che non stupisce (a me in realtà si) che la bozza di Decreto Legislativo approvata il 21 ottobre 2024 dal Consiglio dei Ministri per correggere il D.Lgs. n. 36/2023 interviene modificando 78 articoli (oltre il 34%), inserendone 3 nuovi e sostituendone 1, oltre che modificando 1 allegato, inserendone 3 nuovi e sostituendone 1.

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