Correttivo Codice Appalti: audizioni al via
Sfilano in Commissione Ambiente i rappresentanti di associazioni di settore e stakeholders, mentre stringono i tempi per l'approvazione finale del nuovo decreto legislativo
A parlare per la Fondazione Inarcassa è stato il presidente, ing. Andrea De Maio, che ha definito il Correttivo il “primo tagliando al Codice dei contratti pubblici”, ricordando come lo sforzo dell’Associazione si sia rivolto ad accendere i riflettori su diversi temi centrali che coinvolgono architetti e ingegneri liberi professionisti, e che mettono in gioco il futuro e la qualità della progettazione.
“Apprezziamo che il correttivo accolga la proposta di Fondazione Inarcassa sull’articolo 100, volta ad ampliare i periodi di riferimento sui quali valutare i requisiti di capacità economica-finanziaria e tecnica-professionale, nonché la scelta di fare finalmente chiarezza sull’equo compenso”, ha sottolineato De Maio; molto però resta ancora da fare su accordi quadro e appalto integrato, “due istituti che nell’attuale previsione del Codice limitano la concorrenza e impediscono la crescita delle realtà professionali di piccola e media dimensione”.
La posizione dell’Associazione è fortemente contraria alle attuali previsioni sull’appalto integrato, “istituto che non riduce i costi né i tempi realizzativi, come peraltro confermato da Anac nel 2021”. Per la Fondazione, l’appalto integrato lede il principio di terzietà del progettista, a garanzia della pubblica amministrazione. La proposta è quindi di limitarne il ricorso “ai soli casi in cui l’impresa può dare un particolare contributo in termini di innovazione tecnologica e comunque per opere il cui importo dei lavori sia superiore alla soglia comunitaria”.
Altro tema critico riguarda l’accordo quadro, ha aggiunto De Maio, “un istituto cui ricorrono talune stazioni appaltanti medio-grandi che, per evitare le gare accorpano in un unico grande appalto l’affidamento di tanti incarichi professionali tra loro diversi, non omogenei, non standardizzabili e non ripetitivi”.
E sottolinea come nei servizi di natura intellettuale l’accordo quadro limiti e possa distorcere la concorrenza, in contrasto con i principi dello Small Business, motivo per cui occorre impedirne il ricorso per i servizi di natura intellettuale. “Il progetto”, conclude il Presidente De Maio, “è un prodotto dell’intelletto e non il frutto di un processo industriale”.
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