Correttivo Codice Appalti: occorre una seria indagine conoscitiva sui RUP
Le considerazioni del Presidente dell’Associazione Nazionale dei Responsabili Unici del Progetto (ASSORUP), Avv. Daniele Ricciardi, sul prossimo correttivo al D.Lgs. n. 36/2023 (Codice Appalti)
L’indagine conoscitiva del Parlamento sullo status dei RUP
Nell’audizione del 5 agosto alla Camera dei Deputati, riguardo alle risoluzioni sui correttivi al Codice dei contratti, ASSORUP, l’Associazione Nazionale dei Responsabili Unici del Progetto, ha sottolineato l'importanza di concentrarsi sulle persone che fanno funzionare la macchina amministrativa, piuttosto che sull’organizzazione che deve adattare la disciplina dei contratti al proprio contesto.
Gli appalti della sanità sono certamente diversi da quelli delle stazioni appaltanti all'estero; un Ministero ha procedure diverse da un piccolo comune. Il sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti, ideato oltre 10 anni fa, non ha avuto il successo sperato, creando situazioni in cui alcuni enti, pur possedendo i requisiti, hanno preferito non accreditarsi, delegando il rischio della procedura e le relative responsabilità alle stazioni appaltanti qualificate.
Il diritto è applicato dalle persone (funzionari e dirigenti) all’interno di organizzazioni che, in assenza di personale, sarebbero come macchine prive di conducente. Ecco perché nella predetta audizione è stata evidenziata l'urgenza di un’indagine conoscitiva per acquisire informazioni e documenti sull’applicazione dell’art. 45 del Codice dei contratti pubblici, con riferimento all’effettiva spesa per la formazione, specializzazione, copertura di oneri di assicurazione obbligatoria del personale, nonché per gli incentivi premiali previsti per ogni opera, lavoro, servizio e fornitura, in favore del RUP e dei soggetti che svolgono le funzioni tecniche.
In base alla norma richiamata, fino al 2% del valore del contratto (ossia diversi miliardi di euro, considerando il dato complessivo annuale offerto da ANAC) deve essere utilizzato per incentivare il personale ed evitare così conflitti di interesse derivanti da vantaggi illeciti nella gestione delle gare. Parte di questi incentivi deve poi essere utilizzata per rafforzare le competenze e realizzare, all’interno di ogni stazione appaltante, una strategia professionalizzante che, seppure prevista a livello centrale, non può prescindere dall’impegno quotidiano di chi gestisce il denaro nell’interesse dei cittadini, individuando le ditte per realizzare opere e servizi. Prima del correttivo, sarebbe opportuno avviare questa indagine e, integrando le informazioni raccolte dall’Osservatorio RUP, procedere per valorizzare l’esercito dei 160.000 RUP presenti in Italia.
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