Correttivo Codice: attuare la nuova norma sui Consorzi Stabili
La segnalazione dell'UCSI: la mancata operatività sulla novella dell'art. 67 del Codice Appalti penalizza le piccole e medie imprese
A tre mesi dall’entrata in vigore del Correttivo al Codice degli appalti, è allarme per i Consorzi Stabili. La conferma arriva dalla stessa UCSI (Unione Consorzi Stabili Italiani) che lamenta una paralisi dovuta alla mancata attuazione dell'art. 67 del d.Lgs. n. 36/2023, novellato dal d.Lgs. n. 209/2024 che permette di ottenere l’attestazione SOA in proprio, rendendo di fatto impossibile la partecipazione alle gare d’appalto, creando una distorsione del mercato che penalizza PMI e operatori del settore.
Un blocco normativo che penalizza le PMI
Se è evidente che la norma sia stata notevolmente cambiata, di fatto, secondo l'UCSI, non si riscontra un’effettiva operatività delle nuove disposizioni.
Per Giuseppe Costantino, presidente UCSI, la situazione è paradossale: "Il correttivo ha profondamente modificato le regole del gioco per i Consorzi Stabili, ma a tutt’oggi non esiste un meccanismo attuativo che consenta di adeguarsi. Senza la possibilità di attestarsi in proprio, i Consorzi Stabili sono esclusi dal mercato. È una grave limitazione alla concorrenza."
Tenendo conto che i Consorzi Stabili sono uno strumento essenziale per la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici, permettendo loro di unire risorse e competenze per competere con le grandi imprese, in assenza di una soluzione immediata, centinaia di piccole e medie imprese rischiano di essere tagliate fuori dal mercato in un momento economico già difficile.
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