Correttivo al Codice dei contratti: vera evoluzione o manutenzione ordinaria?

La pubblicazione del D.Lgs. n. 209/2024 di modifica del D.Lgs. n. 36/2023 rappresenta una nuova rivoluzione normativa oppure una semplice manutenzione del “Codice dei contratti”?

di Redazione tecnica - 25/03/2025

L’assenza di transitorio e il cambio di metodo

Il primo elemento evidenziato è la scelta – piuttosto anomala – di far entrare in vigore il decreto correttivo il giorno stesso della sua pubblicazione, escludendo di fatto ogni vacatio legis.

Una decisione non inedita, ma inusuale per una normativa di portata generale, giustificata solo in parte dalla necessità di rispettare alcune scadenze connesse agli impegni del PNRR. Una compressione delle prerogative conoscitive degli operatori che riapre un dibattito antico: la qualità normativa si misura anche dai tempi con cui si consente ai destinatari di prepararsi ad applicarla.

La vera novità sta, invece, nel fatto che l’assenza di un transitorio è generalmente propria della decretazione d’urgenza (il Decreto Legge) e non di un decreto legislativo frutto di una delega data al Governo dal Parlamento.

Un altro passaggio fondamentale è quello che riguarda il metodo. Se la stesura del Codice 2023 era stata affidata a una Commissione tecnica presso il Consiglio di Stato, il correttivo è stato interamente predisposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, attraverso un percorso più tradizionale e consultato.

Una scelta che, pur contestata dallo stesso Consiglio di Stato per una presunta rottura di continuità rispetto alla legge delega, riflette il ritorno della politica nel processo di codificazione, ma – come osserva Contessa – senza intaccare l’impianto tecnico e valoriale originario.

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