Decreto Salva Casa: rivedere la norma sulle parziali difformità
Le audizioni di Confprofessioni e ANCI: occhio alla definizione delle difformità parziali, piuttosto che semplificare si rischia di complicare il quadro
L'audizione di Confprofessioni
Nel corso del suo intervento, il Vicepresidente di Confprofessioni, il notaio Claudia Alessandrelli, ha sottolineato come la semplificazione di alcune norme edilizie che consentiranno agli immobili interessati da lievi difformità di essere regolarizzati e migliorati, contribuirà a rivitalizzare il mercato immobiliare, rimuovendo gli ostacoli che determinano lo stallo delle compravendite, migliorando la loro “commerciabilità economica”.
Questo perché finora lievi difformità sugli immobili hanno determinato l’impossibilità di effettuare nuovi interventi, presentare nuovi progetti edilizi, oppuredi fruire di benefici fiscali oltre che addirittura, portato a difficoltà nel procedere alla successiva rivendita dell’immobile.
Alessandrelli ha anche sottolineato che è comunque difficile stimare quanto e come le misure contenute nel Decreto “Salva Casa” impatteranno sul mercato immobiliare, dal momento che non esistono dati aggiornati e affidabili che determinino la percentuale esatta di immobili che presentano lievi o parziali difformità. Per il Vicepresidente, infatti, il dato diffuso dal MIT, non restituisce un quadro esaustivo e aggiornato in quanto è il risultato di uno studio elaborato dal Centro Studi del CNI nel 2021, su un questionario sottoposto a circa 5 mila iscritti all’Albo degli Ingegneri che all’epoca si occupavano di Superbonus.
Preoccupazione però si riscontra sull’applicazione delle semplificazioni, a causa della difficoltà di classificazione dell’abuso. Per Alessandrelli il rischio è quello di ricondurre la singola fattispecie nell’ambito della “lieve o parziale difformità” piuttosto che nell’ambito della “variazione essenziale”, creando diverse prassi applicative, una disparità di trattamento tra i cittadini oltre che un aumento di contenziosi giudiziari.
Da qui la richiesta, nell’iter di conversione in legge, di chiarire alcune definizioni come quelle di "mutamento di destinazione senza opere edilizie”, di “superficie utile” per le tolleranze costruttive ed esecutive, “difformità parziale”, in modo da rendere il quadro più chiaro ed evitare dubbi interpretativi.
Infine, il Vicepresidente lancia un appello affinché “Amministrazioni locali e professionisti del settore edilizio adottino un approccio prudente e rigoroso nella attuazione del provvedimento, per evitare che le semplificazioni normative portino a un abbassamento degli standard qualitativi”.
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