Edilizia e urbanistica: serve un serio progetto di riforma

In VIII Commissione alla Camera il disegno di legge in materia di piani particolareggiati o di lottizzazione convenzionata e di interventi di ristrutturazione edilizia connessi a interventi di rigenerazione urbana

di Gianluca Oreto - 13/09/2024

Il commento di UNITEL

Tra le audizioni, molto interessante quella dell’Unione Nazionale Italiana Tecnici Enti Locali (UNITEL) a cui ha partecipato Salvatore Di Bacco, coordinatore responsabile dell’area edilizia e urbanistica del Comitato Scientifico, il quale ha evidenziato le responsabilità del tecnico comunale.

“La figura del tecnico comunale nell’ambito delle procedure di gestione delle discipline edilizie e urbanistiche è il soggetto destinatario principale – ha affermato Di Bacco in audizione – È il professionista che deve interpretare, autorizzare, coordinare, rilasciare, e a volte negare”.

Se noi tecnici comunali, “addetti in trincea” – continua il Coordinatore di UNITEL – non siamo dotati di strumenti legislativi omogenei, snelli, chiari, inconfutabilmente precisi, il sistema “Italia” ne risentirà e la “rigenerazione urbana”, tanto auspicata anche nella norma di cui si parla in queste audizioni, non potrà decollare, né si potrà dare quell’impulso per il rilancio non solo economico ma anche sociale e culturale necessario per ridare slancio al Paese”.

Il coordinatore Di Bacco, nonostante la recente pubblicazione della Legge n. 105/2024 di conversione del D.L. n. 69/2024 (Salva Casa) ci ha tenuto a sottolineare la necessità di una riforma strutturale e organica della normativa edilizia. “Auspichiamo con urgenza e indifferibilità – afferma Di Bacco – una nuova riforma strutturale ed organica del testo unico dell’edilizia, poiché dopo le modifiche sostanziali e le liberalizzazioni di questi ultimi anni sulla rigenerazione urbana del nostro patrimonio edilizio, lo stesso è diventato instabile, con le conseguenze visibili a tutti (ne è esempio il disegno di legge oggi alla nostra attenzione, il caso Milano e non, aggiungerei, in quanto da informazioni giunte alla nostra associazione, interessa l’intera Italia). Questa instabilità e non chiarezza dei procedimenti ha portato ad un profluvio copioso da parte della magistratura civile e penale dove ormai i giudici per inserzione naturale si sostituiscono al legislatore (non chiaro nelle sue emanazioni) nella definizione del corpus normativo del T.U. dell’edilizia”.

Viene sottolineata (ancora una volta) la necessità di un serio coordinamento tra le norme che incidono sull’edilizie e quelle sull’urbanistica, “affinché noi funzionari della PA e dei Comuni possiamo operare con certezza giuridica in conformità alla legge senza creare aggravamenti procedimentali e senza trasformarci ogni volta in ermeneuti alla ricerca della verità giuridica”.

Relativamente al progetto di legge, Di Bacco ha evidenziato la necessità di avere una definizione di “Rigenerazione Urbana”. “È necessario – afferma il coordinatore di UNITEL – oggi porre un rimedio a questo vuoto di confini, differenziando ciò che i legislatori nazionali e regionali hanno ampliato in questi anni. Tali norme regionali in questi anni hanno operato attribuendo definizioni differenziate della rigenerazione urbana e della riqualificazione o del recupero, applicandole, a volte in modo variegato. Tale situazione ha portato ad una non coerente definizione con rappresentazioni disorganiche e non sistematiche sull’intero territorio nazionale. Rimettere alla potestà legislativa concorrente tale definizione, anche alla luce delle politiche di governo del territorio, con obiettivi comunitari tendenti ad una sensibile riduzione del consumo del suolo pari a zero entro il 2050, significherebbe non essere in linea con i dettati e le politiche di sviluppo energetico e di sostenibilità che l’Europa ci impone in modo unitario. Pertanto, sarebbe auspicabile nell’ambito delle politiche rigenerative, evitare tale frammentazione regionale”.

Secondo Di Bacco risulta, dunque, indispensabile che il disegno di legge “detti linee prescrittive, con caratteristiche di unità e di omogeneità applicative su tutto il territorio nazionale. Tale individuazione deve tenere conto della differenziazione tra le fattispecie previste dallo stesso disegno di legge, quelle della riqualificazione di aree urbane degradate e quella di recupero e valorizzazione di immobili e spazi urbani dismessi o in via di dismissione”.

Relativamente al testo del progetto di legge:

Comma 1 e comma 2. I parametri utilizzati, al fine di determinare se gli interventi realizzati in assenza di piano attuativo, siano da ritenere conformi alla disciplina urbanistica, appaiono troppo generici e, soggetti a valutazioni discrezionali da svolgere caso per caso con il rischio di vanificare l’effetto che si intende perseguire.

Per quanto concerne il comma 3, relativo alle ristrutturazioni con demolizione parziale o totale, viene effettuato un riferimento al medesimo lotto di intervento, lasciando così il dubbio su quale area debba essere considerata ai fini della verifica del rispetto dei parametri volumetrici; elemento necessario nel caso di interventi di ristrutturazione con demolizione e ricostruzione e con incrementi volumetrici ed utilizzo di diritti edificatori.

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