Equo compenso, appalto integrato, concorrenza: il no dei professionisti al Correttivo Codice Appalti
Per Ala Assoarchitetti e Inarsind il nuovo schema di decreto legislativo non risponde agli obiettivi di trasparenza e competitività posti in fase di modifica
Equo compenso
Ad avviso delle associazioni, non merita apprezzamento la modifica introdotta nella disciplina dei contratti pubblici all’applicazione dell’equo compenso per l’affidamento degli incarichi esterni.
Il correttivo infatti introdurrebbe un doppio meccanismo per gli affidamenti diretti e per le gare: nel primo caso, fissa il compenso minimo di fatto fissato all’80% del corrispettivo previsto, mentre nelle gare lo fissa al 65% del corrispettivo medesimo. Si tratta nei fatti di un autentico disconoscimento del principio stesso dell’equo compenso: “è evidente infatti, e così è sempre stato, che la previsione di un ribasso ammesso “fino al” 20% significherà tout court l’offerta di uno sconto del 20% e che la possibilità di ribassare il 35% dell’importo di parcella nelle gare, avrà come esito il ribasso generalizzato del 35%. Ancor più grave il fatto che il ribasso, nel secondo caso, avrà un peso anche nel punteggio da assegnare all’offerta economica pari a ben 30 punti su 100, a fronte di quello attribuitole ad oggi, che in genere varia dai 10 ai 20 punti”.
La richiesta è quindi di fare chiarezza ed equità, con l’eliminazione di ogni possibilità di sconto sui parametri di riferimento, in modo che i fattori determinanti la scelta siano esclusivamente la qualità dell’offerta e la competenza del professionista.
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