Equo compenso Architetti e Ingegneri: il CNI chiede un chiarimento urgente
Dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri una Nota indirizzata alla Premier Giorgia Meloni e al Presidente di ANAC Giuseppe Busia in cui chiede un chiarimento sui criteri interpretativi dell’equo compenso
L’errata applicazione della norma sull’equo compenso
Nonostante questo, il CNI ha registrato l’errata applicazione della norma, sovente disattesa negli affidamenti regolati dal Codice dei contratti pubblici da Amministrazioni e singole Associazioni di categoria che invocherebbero una serie di elementi ritenuti “ostativi”, quali:
- il principio comunitario della concorrenza;
- la specificità normativa del Codice, che dunque prevarrebbe rispetto alla Legge 49/23;
- l’immodificabilità del primo in assenza di esplicita previsione (in ragione dell’art. 227 dello stesso D.lgs. n. 36/2023);
- il principio ratione temporis.
Secondo i dati arrivati dall’Osservatorio del Centro Studi del CNI, sarebbero oltre l’80% del totale gli Enti che sostengono la disapplicazione della legge sull’Equo compenso, secondo i quali il loro comportamento sarebbe suffragato da diversi pronunciamenti e provvedimenti dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC).
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