Equo compenso Architetti e Ingegneri: il CNI chiede un chiarimento urgente
Dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri una Nota indirizzata alla Premier Giorgia Meloni e al Presidente di ANAC Giuseppe Busia in cui chiede un chiarimento sui criteri interpretativi dell’equo compenso
Nessun incremento della spesa pubblica
Relativamente al paventato incremento della spesa pubblica in ragione dell’applicazione dell’equo compenso, che farebbe venir meno i vincoli derivanti dalla sottoscrizione degli accordi legati all’utilizzo dei fondi del PNRR, il CNI afferma “Gli operatori del settore sono perfettamente consci del fatto che i quadri economici vengono predisposti in fase pre-progettuale e pre-affidamento, con la conseguenza che contengono le spese tecniche quantificate, per norma, nel valore massimo stabilito dai decreti parametri e senza alcun ribasso, che verrà valorizzato solo nella successiva sede di gara. La stessa ANAC ha sostenuto in più occasioni che è illegittimo prevedere quadri economici con preventivi ribassi derivanti da successive gare e, dunque, l’applicazione della legge n. 49/2023 non comporterà alcuna modifica ai quadri economici già approvati. Più in generale, ragionando anche delle potenziali economie derivanti dalle gare, vale la pena rammentare che, in caso di affidamento dei servizi all’esterno, le spese tecniche rappresentano in media meno del 10% dell’intero finanziamento. I ribassi sui corrispettivi si attestavano, prima dell’applicazione della norma sull’equo compenso, su un valore ricompreso tra il 30% ed il 35%, a seconda delle annualità, come emerge dai report del nostro Centro Studi. L’interpretazione che fornisce lo scrivente Consiglio Nazionale, come detto ben sviscerata dal TAR Veneto e dal TAR Lazio, consiste nel fatto che il ribasso va ricercato nella sola componente relativa alle spese, in ragione di efficientamenti organizzativi proposti dal singolo operatore economico. Le proiezioni fatte dal nostro Osservatorio Bandi sugli affidamenti dell’ultimo anno, dunque dati reali, ci indicano valori medi dei ribassi, grazie alla corretta interpretazione della norma, contenuti tra il 15% ed il 20% del corrispettivo nel suo complesso. Combinando la differenza del ribasso medio al peso delle spese tecniche rispetto al finanziamento si evince immediatamente che si sta discutendo del 1,5% dell’intero finanziamento, cifra di certo non determinante rispetto alle sorti di un appalto”.
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