La gestione delle difformità edilizie dopo il Salva Casa
Il Decreto Salva Casa ha modificato le disposizioni relative alla gestione delle difformità edilizie. Vediamo come e quali sono le criticità rimaste
Variazioni essenziali, abusi parziali e totale difformità
A questo punto è possibile passare alle diverse fattispecie di “difformità” edilizie che possono essere suddivide in 3 categorie:
- variazioni essenziali;
- abusi parziali;
- totale difformità;
ognuna delle quali prevede una diversa modalità di regolarizzazione.
Con il Salva Casa il legislatore ha deciso di introdurre 2 nuove casistiche di regolarizzazione degli interventi eseguiti in parziale difformità dal titolo:
- quelli realizzati come varianti in corso d'opera che costituiscono parziale difformità dal titolo rilasciato prima della data di entrata in vigore della Legge n. 10/1977;
- quelle realizzate durante l'esecuzione dei lavori oggetto di un titolo abilitativo, accertate all'esito di sopralluogo o ispezione dai funzionari incaricati di effettuare verifiche di conformità edilizia, rispetto alle quali non sia seguito un ordine di demolizione o di riduzione in pristino e sia stata rilasciata la certificazione di abitabilità o di agibilità nelle forme previste dalla legge, non annullabile.
Nel primo caso l’intervento è regolarizzabile mediante presentazione di SCIA e pagamento, a titolo di oblazione, di una somma determinata ai sensi dell'articolo 36-bis, comma 5, del TUE.
Il secondo caso, invece, è soggetto alla stessa disciplina prevista per le tolleranze costruttive di cui all’art. 34-bis.
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