Milleproroghe 2025: la riforma che cancella il confine tra chi decide e chi esegue

Il nuovo Milleproroghe segna un'inversione di tendenza rispetto all'approccio normativo precedente, che aveva privilegiato la separazione netta tra funzioni politiche e gestionali

di Pietro Grosso - 05/03/2025

Con l’entrata in vigore della Legge n. 15/2025, che ha convertito il Decreto Milleproroghe 2025 (D.L. 202/2024), il 25 febbraio 2025, è stato ufficialmente abrogato il comma 2 dell’art. 7 del D.Lgs. 39/2013, eliminando il divieto per ex sindaci, assessori e consiglieri comunali di ricoprire incarichi dirigenziali o amministrativi nelle stesse amministrazioni locali o in enti da esse controllati subito dopo la cessazione dal mandato.

Milleproroghe: cambio di paradigma

Questa riforma rappresenta un cambio di paradigma significativo nei rapporti tra politica e amministrazione in Italia. La scelta di eliminare completamente il periodo di "raffreddamento" segna un'inversione di tendenza rispetto all'approccio normativo precedente, che aveva privilegiato la separazione netta tra funzioni politiche e gestionali.

Questa modifica normativa rappresenta una svolta significativa, ampliando le opportunità professionali per gli ex amministratori locali. Tuttavia, solleva anche interrogativi su possibili fenomeni di pantouflage (o revolving doors), ovvero il passaggio diretto di un soggetto dalla politica alla dirigenza amministrativa, con potenziali rischi di conflitti di interesse e alterazione dell’imparzialità dell’azione amministrativa.

La modifica si inserisce in un contesto più ampio di riforme della pubblica amministrazione, dove si cerca di bilanciare esigenze di efficienza con principi di imparzialità e trasparenza. Tuttavia, l'approccio radicale adottato solleva interrogativi sulla tenuta complessiva del sistema di garanzie contro i conflitti d'interesse.

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