Milleproroghe 2025: la riforma che cancella il confine tra chi decide e chi esegue
Il nuovo Milleproroghe segna un'inversione di tendenza rispetto all'approccio normativo precedente, che aveva privilegiato la separazione netta tra funzioni politiche e gestionali
Scenari futuri possibili
Scenario 1: Circoli virtuosi di competenza
In alcuni contesti virtuosi, questa riforma potrebbe permettere di valorizzare il patrimonio di conoscenze e competenze acquisite dagli amministratori locali, specialmente in comuni di piccole dimensioni dove il ricambio di personale qualificato è limitato. Un sindaco con background tecnico che diventa dirigente potrebbe garantire continuità in progetti strategici di lungo periodo.
Scenario 2: Consolidamento di reti di potere locale
Nei contesti più problematici, potremmo assistere alla formazione di veri e propri "feudi amministrativi", dove le stesse persone alternano ruoli politici e amministrativi, consolidando il controllo sulla macchina comunale. Ciò potrebbe manifestarsi particolarmente in territori già caratterizzati da scarsa alternanza politica.
Scenario 3: Incremento del contenzioso amministrativo
La rimozione di un limite oggettivo (il periodo di incompatibilità) potrebbe generare un aumento dei ricorsi amministrativi contro le nomine di ex amministratori, con richieste di verifica della legittimità delle procedure di selezione e dell'esistenza di conflitti d'interesse.
Vantaggi potenziali
- Continuità amministrativa: La possibilità di mantenere competenze e conoscenze all'interno dell'ente può garantire maggiore stabilità nei processi amministrativi complessi.
- Valorizzazione dell'esperienza politico-amministrativa: L'esperienza acquisita durante il mandato politico, se accompagnata da adeguate competenze tecniche, può rappresentare un valore aggiunto per la gestione amministrativa.
- Maggiore attrattività dei ruoli politici: La prospettiva di poter proseguire un percorso professionale all'interno dell'amministrazione potrebbe incentivare professionisti qualificati a candidarsi a ruoli politici.
- Flessibilità nelle piccole realtà locali: Nei comuni minori, dove il reperimento di dirigenti qualificati è spesso difficoltoso, questa riforma potrebbe facilitare l'accesso a competenze già presenti sul territorio.
Svantaggi e criticità
- Indebolimento della separazione tra politica e amministrazione: La riforma rischia di erodere un principio cardine dell'ordinamento amministrativo italiano, creando commistioni tra chi definisce gli indirizzi politici e chi li attua.
- Rischi di clientelismo e "lottizzazione": L'immediato passaggio da ruoli politici a dirigenziali può trasformarsi in uno strumento di ricompensa politica, snaturando il principio meritocratico.
- Conflitti d'interesse strutturali: Un ex sindaco divenuto dirigente potrebbe trovarsi a dover valutare l'efficacia di politiche da lui stesso promosse, con evidenti problemi di imparzialità.
- Perdita di credibilità delle istituzioni: Nomine percepite come politiche anziché tecniche potrebbero minare la fiducia dei cittadini nell'imparzialità dell'amministrazione.
- Potenziale esclusione di candidati esterni meritevoli: La preferenza per ex amministratori potrebbe limitare l'accesso a professionisti esterni potenzialmente più qualificati.
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