Procedure sottosoglia europea: la motivazione dell’affidamento diretto a cura del RUP
Guida all’utilizzo dell’affidamento diretto nelle procedure sotto la soglia di rilevanza europea: le regole che il Responsabile Unico del Progetto (RUP) è tenuto a rispettare
Regole che il RUP è tenuto a rispettare
Ma allora, su cosa deve puntare questa relazione in ordine alla motivazione del contraente individuato in caso di affidamento diretto?
Riteniamo che gli elementi imprescindibili della scelta debbano riguardare:
- la congruità del costo rispetto alla media di mercato;
- la congruità della prestazione rispetto al fabbisogno della SA ovvero rispetto all’interesse pubblico perseguito;
- l’indicazione degli elementi già citati in precedenza in ordine al possesso dei requisiti e alla pregressa esperienza;
- il rispetto o l’eventuale deroga motivata al principio di rotazione
Dunque, la motivazione non deve soffermarsi sulle ragioni che hanno condotto il RUP a scegliere un operatore economico invece di un altro. Per poter fare una considerazione di questo tipo, la SA avrebbe dovuto indire una procedura comparativa. (negoziata senza bando; ristretta ecc.). Nell’affidamento diretto, anzi, la motivazione è strettamente connessa con gli elementi della prestazione/fabbisogno. Diversamente opinando, si dovrebbe negare l’esistenza stessa dell’affidamento diretto, dovendo la procedura sempre prevedere un confronto strutturato.
In sintesi, negli affidamenti diretti non vi sono regole per i partecipanti (questi non sono neppure presenti) come avviene in una procedura di gara, ma solo regole per il RUP che deve presidiare il procedimento facendo riferimento a quel corredo minimo di elementi prescritti dall’art 50, dall’art 49 dall’allegato I.1 del Dlgs 36/2023 onde consentire all’Ente di appartenenza di dimostrare il rispetto dei principi generali, a partire da quelli sanciti agli art 1 (risultato), 2 (fiducia) e 3 (accesso al mercato).
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