Revisione catastale dopo il Superbonus: cosa succede se i lavori sono stati lasciati a metà?
Anche se i lavori non sono stati portati a termine ed è in corso un contenzioso con l’impresa è necessario effettuare l’aggiornamento catastale, con oneri a carico del committente
La variante e il contenzioso non esonerano il contribuente
In base alle informazioni fornite dal lettore, l’intervento effettuato sull’immobile – seppure ridotto rispetto al progetto iniziale – si configura comunque come una manutenzione straordinaria, che si è sostanziata nel rifacimento e isolamento della copertura.
Il fatto che l’impresa non abbia completato l’opera non assume rilievo ai fini catastali, così come l’eventuale causa in corso. La responsabilità dell’adempimento resta, in ogni caso, a carico del committente. Conseguentemente, anche eventuali sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate in caso di mancato aggiornamento della rendita verranno indirizzate al proprietario, che sarà tenuto a incaricare un tecnico per verificare se i lavori realizzati comportino un incremento della rendita superiore al 15%, come stabilito dalla Circolare dell’Agenzia del Territorio n. 6/2012.
Nel caso specifico, il rifacimento della sola copertura non incide su consistenza, superficie o sagoma dell’immobile. Tuttavia, l’introduzione dell’isolamento termico configura l’intervento come "influente" ai fini catastali e impone dunque una valutazione analitica della rendita pre e post lavori.
Inoltre, avendo fruito del Superbonus limitatamente alla parte dei lavori completati e asseverati nel primo SAL, ai sensi della Legge n. 17/2024 di conversione del DL n. 212/2023 (cosiddetto “Salvaspese”), il contribuente potrà essere oggetto di invio della lettera di compliance da parte dell’Agenzia delle Entrate, qualora venga riscontrata una sproporzione tra il credito ceduto e la rendita catastale dichiarata.
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