Riforma Testo Unico Edilizia: da dove cominciare?
Riflessioni e osservazioni sulla necessità di riformare il d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia)
Un quadro normativo fermo al passato
Il d.P.R. n. 380/2001 è stato pensato in un periodo in cui il mercato edilizio era dominato dalla nuova edificazione. Le esigenze primarie erano quelle di normare e controllare i nuovi cantieri, regolando gli aspetti autorizzativi, urbanistici e strutturali.
Oggi il contesto è radicalmente cambiato.
Non si costruisce più come vent’anni fa e la vera sfida non è l’espansione edilizia, ma il recupero e la rigenerazione urbana. Il patrimonio edilizio esistente è vasto, frammentato e spesso irregolare dal punto di vista amministrativo e urbanistico. In questo scenario, il TUE è ormai un vestito logoro, incapace di fornire strumenti concreti per affrontare le reali necessità del settore.
E allora, prima ancora di parlare di riforma, bisognerebbe partire da una fotografia chiara della situazione edilizia esistente:
- quante e quali sono le difformità edilizie?
- quali sono le tipologie di abuso più frequenti?
- quali strumenti normativi possono essere adottati per regolarizzare le situazioni sanabili?
Senza una mappatura del costruito e delle sue criticità, si rischia di scrivere l’ennesima norma astratta, scollegata dalla realtà.
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