Salva Casa, applicazione in ordine sparso
Le problematiche operative delle nuove disposizioni contenute nel Testo Unico Edilizia dopo il Salva Casa e le linee di indirizzo e criteri interpretativi del MIT
Presentato con grandi aspettative e annunciato con enfasi, il D.L. n. 69/2024 (Decreto Salva Casa) convertito in Legge n. 105/2024, rischia di amplificare le incertezze già esistenti nel panorama edilizio anziché offrire quelle certezze normative tanto attese.
Il Testo Unico Edilizia dopo il Salva Casa
A oltre sette mesi dall’entrata in vigore delle nuove disposizioni contenute nella versione aggiornata del d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia o TUE) e nonostante il Comunicato del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in cui si è ribadito che:
- "Il decreto-legge Salva Casa è una legge dello Stato che deve essere attuata da tutte le Amministrazioni territoriali competenti"
- "Si tratta di una legge auto-applicativa che non richiede l’adozione di atti attuativi da parte del Governo. D’altra parte, in materia di edilizia e urbanistica, spetta alle Regioni l’adozione della legislazione di dettaglio e spettano ai Comuni le competenze amministrative sull’esame delle istanze presentate dai cittadini",
qualcosa sembra ancora non funzionare.
Sebbene le Linee di indirizzo e criteri interpretativi sull’attuazione del Salva Casa, emanate dal MIT, abbiano provato a chiarire alcuni dubbi interpretativi, la realtà sul territorio è ben diversa. Si assiste a un'applicazione a macchia di leopardo, con amministrazioni che hanno recepito le nuove disposizioni e altre che, invece, hanno adottato interpretazioni restrittive o ne hanno rinviato l’applicazione, in attesa di ulteriori chiarimenti regionali o nazionali.
Il risultato? Un’incertezza operativa per professionisti e cittadini, che rischia di vanificare le semplificazioni promesse dal legislatore.
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