Servizi di architettura e ingegneria: per il TAR Campania equo compenso derogabile

Secondo il TAR, il Codice dei contratti contiene meccanismi per evitare che le prestazioni professionali siano rese a prezzi incongrui, consentendo l’affidamento a prezzi più competitivi

di Gianluca Oreto - 18/07/2024

Equo compenso e Codice dei contratti

Tale compatibilità o sovrapponibilità (che il TAR Campania definisce “non antinomia”) è stata considerata dall’ANAC, nell’atto del Presidente del 19 aprile 2024, indirizzato alla Cabina di Regia per il Codice dei contratti pubblici, sotto un’angolazione diversa rispetto a quella da cui muovono i richiamati arresti giurisprudenziali.

Riprendendo il ragionamento di ANAC, secondo il TAR occorre considerare che la Legge sull’equo compenso non deroga le disposizioni di cui al Codice dei contratti ma le integra senza frustrarne la sostanza proconcorrenziale di derivazione euro-unitaria, senza elidere in radice la praticabilità del ribasso sui corrispettivi professionali, la cui determinazione non è da intendersi rigidamente vincolata a immodificabili parametri tabellari, ma la cui congruità (in termini di equilibrio sinallagmatico) rimane, in ogni caso, adeguatamente assicurata dal modulo procedimentale di verifica all’uopo codificato, quale, appunto, esperito nel caso di specie sull’aggiudicataria provvisoria poi esclusa per acclarata anomalia anche del ribasso praticato sul corrispettivo dei servizi di progettazione.

Secondo i giudici di primo grado, dunque, il Codice dei contratti pubblici, tramite il subprocedimento di verifica di anomalia delle offerte, risulta apprestare meccanismi idonei ad evitare che le prestazioni professionali siano rese a prezzi incongrui, consentendo, nel contempo, alle amministrazioni di affidare gli appalti a prezzi più competitivi.

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