Super-sismabonus e comunicazione al PNCS: un pasticcio che durerà anche nel 2025
La scadenza del 31 ottobre impone di risolvere il problema dei tecnici che, per qualche motivo, non sono più disponibili. Ma l’adempimento sarà necessario anche dopo tale data
L’Esperto risponde
Anzitutto, bisogna ricordare che la comunicazione al PNCS non rappresenta in tutto e per tutto un “obbligo”. Sembra, piuttosto, dalla formulazione del DPCM, che il fruitore del Super-sismabonus possa sottrarsene, pagando però una sanzione amministrativa. Certo, il suo ammontare è salato (10.000 euro), quindi la preoccupazione del gentile lettore è comunque comprensibile.
Per offrire una risposta completa, tuttavia, servirebbero alcuni dettagli in più, perché il problema non è semplice.
In generale, la correttezza vorrebbe che i professionisti, seppure nominati dal GC, che quindi risulta il loro committente, si adoperino per svolgere correttamente l’intera procedura relativa al Superbonus. In effetti, però, non è scontato (né del tutto dovuto) che lo facciano, soprattutto considerato che i nuovi obblighi comunicativi sono stati introdotti da poco, in un momento in cui i rapporti (anche contrattuali) con i professionisti potrebbero essere conclusi. Molto, allora, dipenderà dal rapporto contrattuale intercorrente tra il condominio e il GC e tra il quest’ultimo e i professionisti.
Se, ad esempio, i tecnici addetti alle opere strutturali, che non sempre coincidono con quelli addetti alle opere architettoniche, fossero stati “liquidati”, potrebbero considerare concluso il loro rapporto professionale e ritenersi così esonerati dall’obbligo. È evidente che, invece, per i cantieri che saranno aperti in futuro o che sono ancora in corso, sarà fondamentale specificare nei contratti che l’incarico professionale comprende l’inoltro dei dati al PNCS, per evitare spiacevoli e problematiche “latitanze” come quella descritta dal lettore.
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