Superbonus in 10 anni: se retroattivo si rischia l’incostituzionalità
In sede di conversione del Decreto Legge n. 39/2024, il Governo vuole prevedere l’obbligo di utilizzo del superbonus in 10 anni. Sarà una norma retroattiva?
La reazione di Erica Mazzetti (Forza Italia)
Non si è fatta attendere la reazione di Forza Italia che, benché faccia ancora parte della maggioranza, ha contestato la proposta del superbonus in 10 anni già a partire dal periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame.
“Ho appreso con estremo stupore - ha dichiarato Erica Mazzetti, deputato di Forza Italia e responsabile nazionale dipartimento Lavori pubblici - che ci sarebbe la volontà di intervenire - di nuovo - sulle norme che regolano i crediti derivanti da Superbonus, in una congiuntura contrassegnata da evidenti difficoltà per le imprese edili, professionisti, i fornitori e di seguito tutti i committenti. Comprendo la necessità di salvaguardare i conti pubblici ma credo necessario e opportuno intervenire coinvolgendo gli attori della filiera edile che sono già nel panico. Si deve trovare una soluzione indolore per tutti al fine di uscire dal vortice Superbonus e, al tempo stesso, pensare a nuovi incentivi che non potranno minimamente assomigliare a questo".
“Mi sento in dovere di suggerire - prosegue la deputata di Forza Italia - massima cautela relativamente alla paventata ipotesi dell'obbligo di spalmare i crediti da 4 a 10 anni anche per quelli antecedenti, ipotesi che apre al rischio default del settore: le norme non possono essere retroattive, l'introduzione di una retroattività apre a profili di incostituzionalità".
"Modifiche sì, purché concordate con la filiera ma certamente non retroattive - conclude la Mazzetti - In questo senso abbiamo presentato emendamenti che consentono sia al contribuente sia alle imprese cessionarie la possibilità di spalmare il credito fino a 15 anni".
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