Superbonus e bonus edilizi: l'impatto su PIL e finanza pubblica
La relazione della Corte dei Conti sul Conto Patrimoniale 2023: quasi 17 miliardi in meno di versamenti, conseguenti alla fruizione dei crediti d'imposta
Superbonus: gli effetti finanziari e sul bilancio dello Stato
Il commento della Corte dei Conti è concorde con la memoria della Presidente dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio del 18 aprile 2024 sulla conversione del D.L. n. 39 del 29 marzo 2024, nella quale si è evidenziato come il Superbonus, insieme al Bonus facciate in vigore dal 2020 al 2022 e, in misura minore, gli incentivi alle imprese Transizione 4.0, abbiano inciso marcatamente sui conti pubblici degli ultimi anni, lasciando una pesante eredità sul futuro .
In particolare la relazione ricorda che i bonus edilizi e gli incentivi Transizione 4.0 si configurano come "crediti pagabili", stante la certezza dell'importo e la loro piena o quasi piena fruibilità nel tempo e, come tali, vengono registrati per l'intero importo maturato in aumento delle spese del conto delle Amministrazioni pubbliche (contributi agli investimenti) nell'anno in cui sorge l'obbligazione, ossia quello in cui è sostenuta la spesa agevolata.
Per quanto riguarda il debito, si adotta la contabilizzazione secondo il "criterio di cassa" e, quindi, l'impatto è diluito sui diversi anni di effettiva fruizione dell'agevolazione.
Gli effetti di finanza pubblica di tali misure hanno poi assunto una dimensione macroscopica, proprio a causa dell'assenza di un adeguato monitoraggio e di limiti alla spesa, che avrebbero dovuto essere previsti dai vari provvedimenti normativi ed illustrati nelle relazioni tecniche.
Al riguardo, l'UPB evidenzia che l'ampliamento degli obiettivi dell'agevolazione e le ripetute estensioni temporali della misura hanno generato un aumento della spesa ben oltre le aspettative iniziali. Anche la diffusione di comportamenti fraudolenti ha contribuito ad ampliare gli effetti finanziari della misura.
Il tentativo di arginare l'impatto finanziario del Superbonus, attraverso restrizioni successive, è stato ostacolato dall'esigenza di tutelare i beneficiari che non avevano ancora concluso i lavori intrapresi.
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