Superbonus, oltre i costi un volano per la crescita
Si continua a parlare degli aspetti negativi del Superbonus ma mai della sua capacità di attivare investimenti nel breve periodo a favore dell’economia reale
Il commento d Federcepicostruzioni
Relativamente all’ultimo aggiornamento di Enea è intervenuto il presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi, secondo il quale “Si continua a parlare, fomentati da informazioni fuorvianti di presunti buchi nel bilancio dello Stato. Eppure basterebbero due calcoli ed un minimo di approfondimento, per accertare che il Superbonus non sia la causa tutti i mali dell’economia italiana”.
Sul tema Lombardi ha ricordato l’ultimo aggiornamento di ISTAT sul rapporto deficit/PIL che ha registrato nell’ultimo anno un miglioramento del 7,2%. Ecco alcuni dati ricordati dal Presidente Lombardi:
- nel 2023 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 2.085.376 milioni di euro correnti, con un aumento del 6,2% rispetto all’anno precedente. In volume il Pil è cresciuto dello 0,9%;
- dal lato della domanda interna nel 2023 si registra, in termini di volume, un incremento del 4,7% degli investimenti fissi lordi e dell’1,2% dei consumi finali nazionali. Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le importazioni di beni e servizi sono scese dello 0,5% e le esportazioni sono cresciute dello 0,2%;
- la domanda nazionale al netto delle scorte e la domanda estera netta hanno contribuito positivamente alla dinamica del Pil, rispettivamente per 2,0 e 0,3 punti percentuali, mentre l’apporto della variazione delle scorte è stato negativo per 1,3 punti;
- ll valore aggiunto ha registrato aumenti in volume del 3,9% nelle costruzioni e dell’1,6% nelle attività dei servizi. Si rilevano contrazioni del 2,5% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca e dell’1,1% nell’industria in senso stretto;
- l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (AP), misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -7,2%, a fronte del -8,6% nel 2022;
- il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -3,4% (-4,3% nel 2022);
- nel 2023 l’economia italiana ha registrato una crescita dello 0,9%, in decelerazione rispetto al 2022 (4,0%). La crescita è stata principalmente stimolata dalla domanda nazionale al netto delle scorte, con un contributo di pari entità di consumi e investimenti. Dal lato dell’offerta di beni e servizi, il valore aggiunto ha segnato crescite nelle costruzioni e in molti comparti del terziario, mentre ha subìto contrazioni in agricoltura e nel complesso delle attività estrattive, manifatturiere e nelle altre attività industriali;
- il rapporto tra l’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche e il Pil ha registrato un miglioramento rispetto al 2022, con una pressione fiscale rimasta invariata.
“Appare quindi evidente - commenta il presidente Antonio Lombardi - che, lungi dall’aver determinato buchi nel bilancio statale, come si continua ad affermare, l’impatto del Superbonus sia stato assolutamente positivo. Se a tutto ciò si assommano i contributi a fondo perduto del Pnrr (13,9 miliardi) e i maggiori importi riscossi dallo stato per IVA, IRPEF lavoratori, IRES, contributi previdenziali e assicurativi (41,5 miliardi circa); se si considera altresì che le detrazioni si spalmano in 4 anni mentre le maggiori entrate sono state pressoché immediate, ecco che parlare di buco da 122 miliardi è una palese mistificazione, una vera e propria falsità non ascrivibile ad un mero errore di calcolo”.
“Anziché strumentalizzare e criminalizzare il
Superbonus - conclude il presidente Lombardi - è
necessario risolvere le enormi difficoltà che ancora permangono.
Bisogna tutelare chi aveva avviato i lavori con il Superbonus ed è
rimasto incastrato mei meccanismi di blocco delle Cilas dormienti
del decreto n. 39/2024.
Va agevolata la cessione dei crediti incagliati: sono ormai 20.000
le imprese edili che hanno eseguito lavori e hanno difficoltà a
cedere crediti fiscali per 28 miliardi di euro. Una situazione
estremamente grave che ha determinato il blocco dei lavori in
30.000 condomini. Si rischia una catastrofe economica e sociale
senza pari. Questa vera e reale! Non fantomatica come
il «buco in bilancio»”.
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