Testo Unico Edilizia: criticità e proposte per la rigenerazione urbana
L'intervento di Nicola Durante: la rigenerazione urbana incontra troppi limiti applicativi a causa della mancanza di disposizioni chiare nell'ordinamento attuale
La rigenerazione urbana nel Testo Unico Edilizia
Altro punto critico, spiega Durante, è l’assenza, nel nostro ordinamento, di una definizione della nozione di rigenerazione urbana.
Il Testo Unico Edilizia la cita quattro volte, allo scopo di prevedere incentivi o deroghe, senza mai chiarirne precisamente i tratti distintivi:
- all’art. 3, comma 1, lett. d), dove si stabilisce che, nei casi espressamente previsti dalla legislazione vigente o dagli strumenti urbanistici comunali, l’intervento di ristrutturazione edilizia può dar luogo ad incrementi di volumetria “anche per promuovere interventi di rigenerazione urbana”;
- all’art. 14, comma 1-bis, dove si stabilisce che il consiglio comunale può attestare l’interesse pubblico di un intervento di ristrutturazione edilizia in deroga allo strumento urbanistico “limitatamente alle finalità di rigenerazione urbana, di contenimento del consumo del suolo e di recupero sociale e urbano dell’insediamento”;
- all’art. 17, comma 4-bis, dove si consente la riduzione del contributo di costruzione “al fine di agevolare gli interventi di rigenerazione urbana, di decarbonizzazione, efficientamento energetico, messa in sicurezza sismica e contenimento del consumo di suolo, di ristrutturazione, nonché di recupero e riuso degli immobili dismessi o in via di dismissione, rispetto a quello previsto dalle tabelle parametriche regionali”;
- all’art. 23-quater, comma 1, dove si ammette l’utilizzazione temporanea di edifici ed aree per usi diversi da quelli previsti dallo strumento urbanistico “allo scopo di attivare processi di rigenerazione urbana, di riqualificazione di aree urbane degradate, di recupero e valorizzazione di immobili e spazi urbani dismessi o in via di dismissione e favorire, nel contempo, lo sviluppo di iniziative economiche, sociali, culturali o di recupero ambientale".
È invece fondamentale stabilire quali siano gli elementi essenziali della rigenerazione urbana, per comprendere se l’intervento proposto è sussumibile, o meno, nel paradigma.
Questo perché con il rilancio delle attività economiche inerenti all’edilizia, il legislatore non ha voluto "liberalizzare” e “generalizzare” ogni intervento edilizio incrementativo degli edifici esistenti, ma puntare a un miglioramento del tessuto urbanistico. In altre parole, i meccanismi incentivanti non possono riguardare qualsiasi intervento demo-ricostruttivo su immobili dismessi o in zona degradata, dovendo invece l’intervento possedere le caratteristiche della razionalizzazione e della riqualificazione, proprie della rigenerazione, “tenuto conto anche della necessità di favorire lo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili” (come recita il d.l. n. 70 del 2011).
In carenza di una normativa nazionale, spetta dunque alle leggi regionali ed ancor più alla pianificazione comunale stabilire per lo meno gli obiettivi della rigenerazione.
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