Testo Unico Edilizia e Salva Casa: stato legittimo e fiscalizzazione dell’abuso
La modifica alla definizione di stato legittimo apportata dal D.L. n. 69/2024 al d.P.R. n. 380/2001 è sufficiente a produrre gli effetti sananti per la sanzione alternativa alla demolizione?
In Parlamento la temperatura è già molto alta e, con la presentazione delle 517 proposte emendative al disegno di legge di conversione al D.L. n. 69/2024 (Decreto Salva Casa), si appresta a diventare torrida prima che il testo approdi ufficialmente in aula per la prima votazione da parte della Camera.
Testo Unico Edilizia e Salva Casa: conversione entro il 28 luglio 2024
Come spesso accaduto in questi ultimi anni (soprattutto si provvedimenti così importanti che generalmente spaccano maggioranza e opposizione), il testo che uscirà dall’VIII Commissione (Ambiente, territorio e lavori pubblici) della Camera sarà probabilmente quello definitivo e sarà approvato con i consueti voti di fiducia dei due rami del Parlamento prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
La certezza è rappresentata dalla data di scadenza: entro il 28 luglio 2024 (25 giorni da oggi) Camera e Senato dovranno consegnare al comparto dell’edilizia il provvedimento più discusso dell’anno che apporterà un secondo restyling (dopo quello del Decreto Legge) al d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia).
Mentre il Parlamento discute gli emendamenti, gli operatori del settore (soprattutto i professionisti dell’area tecnica e legale) si confrontano sulle disposizioni previste dalla versione vigente del Testo Unico Edilizia (TUE).
Tra queste, una delle più interessanti è rappresentata dalla nuova definizione di stato legittimo contenuta nel comma 1-bis, art. 9-bis, del d.P.R. n. 380/2001 e che vale la pena ricordare.
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