Vincolo paesaggistico e corsi d’acqua minori: il Consiglio di Stato rimette la questione alla Plenaria

Il Consiglio di Stato rimette all’Adunanza Plenaria la questione che riguarda il vincolo paesaggistico per fiumi, torrenti o corsi d’acqua minori

di Redazione tecnica - 10/04/2025

Il quadro normativo e il dubbio interpretativo

L’art. 142, comma 1, del D.lgs. n. 42/2004 individua tra le aree tutelate per legge:

  • lett. a): le zone costiere fino a 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare;
  • lett. b): i territori contermini ai laghi, sempre fino a 300 metri, anche per i territori elevati sui laghi;
  • lett. c): i fiumi, torrenti e corsi d’acqua iscritti negli elenchi ufficiali, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri.

A differenza delle prime due lettere, la lettera c) non fa riferimento ai terreni elevati, né utilizza il termine generico di “territori”, ma parla espressamente di “sponde” e “argini”, suggerendo un’intenzione del legislatore di circoscrivere l’ambito del vincolo paesaggistico in modo più restrittivo.

Secondo il Consiglio di Stato, l’interpretazione puramente letterale dell’art. 142, lett. c), porterebbe a escludere i terreni sopraelevati dal vincolo, anche se situati entro i 150 metri dal corso d’acqua. Tale lettura si fonda su tre elementi principali:

  1. l’assenza di riferimenti ai terreni sopraelevati nella lett. c), presenti invece nelle lett. a) e b);
  2. la scelta lessicale del termine “sponda” o “piede dell’argine”, che richiama specifiche conformazioni morfologiche;
  3. la volontà legislativa di delimitare in modo differenziato le fasce tutelate, in considerazione della diffusa presenza di corsi d’acqua minori sul territorio nazionale.

Tuttavia, questa impostazione presenterebbe criticità evidenti. Escludere i terreni sopraelevati significherebbe sottrarre alla tutela paesaggistica un’ampia porzione di paesaggio fluviale, con un potenziale contrasto con l’art. 9 della Costituzione, che tutela l’ambiente e il paesaggio come valori fondamentali della Repubblica.

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